martedì 11 febbraio 2014

Sumi-e

Con il termine sumi-e si fa riferimento alla tradizionale pittura orientale monocromatica realizzata con l'inchiostro nero (sumi).
 
Nata in Cina intorno al 600 dopo Cristo, venne adottata e perfezionata in Giappone intorno alla metà del 1300.
 
Come in tutte le arti derivate dalla calligrafia, è fondamentale il processo di preparazione dell'inchiostro.
 
La particolarità di quest'arte, che predilige la rappresentazione dei cosiddetti quattro nobili, ovvero quattro specie vegetali che rappresentano le quattro stagioni, secondo schemi rigidi di presentazione, è quella di contenere tutte le sfumature del nero in un solo pennello.
Fondamentale e complicata è, come potete immaginare, la preparazione del sumi e del pennello.
 
I quattro nobili, orchidea selvatica, pruno asiatico, crisantemo e bambù, si legano alle quattro stagioni e rappresentano le virtù confuciane proprie dell'uomo superiore (Li).
Una di queste è l'umanità.
 
Gli elementi fondamentali sono l'inchiostro, che di solito è usato come solido, un piattino di porcellana bianca per diluirlo, un foglio di carta e il pennello, che ha le stesse caratteristiche di quello da calligrafia orientale, setole lunghe, manico di bambù.
 
Si impugna non solo in verticale come per la calligrafia, la anche in orizzontale per le forme allungate.
 
Nella pittura sumi-e si trova concentrata una serie di caratteristiche dell'arte e del pensiero orientale.
Importanza dello spazio vuoto, un vero e proprio elemento di decoro e di respiro dell'opera, controllo del movimento (sembra facile, ma vi assicuro, non lo è), concentrazione del gesto e grazia.
 
La mia prima esperienza artistica orientale è stata un successo.
Non solo sono riuscita a fare l'orchidea, un'orchidea guardabile, mi pare, ma ho tratto grande beneficio da queste lezioni.
 
Il desiderio di approfondire le mie conoscenze sul Giappone deriva dal mio viaggio estivo.
In particolare, prima di visitare Kyoto, culla della cultura giapponese, mi sono documentata sulla possibilità di dedicare una mezza giornata a qualche attività culturale del genere.
 
Dopo aver consultato molti siti internet mi sono resa conto che erano un po', passatemi il termine, americanate. Insomma, io non cercavo il folklore, ma di imparare qualcosa.
E dopo aver visto una massa di pingui anglosassoni vestite da geisha mi sono convinta di aver fatto bene.
 
Mi è parsa un'occasione imperdibile, questa.
Al di là del risultato pratico (e qui ci vuole molta pratica) mi è piaciuto molto l'aspetto meditativo corredato all'esperienza.
Per preparare il pennello ci vuole pazienza.
Per realizzare il disegno concentrazione e grazia, padronanza del movimento.
 
Bisogna, in parole semplici, essere padroni di se stessi.
 
Un'esperienza bellissima e importantissima, che spero di poter ripetere.
 
 
 
 
 

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