venerdì 29 giugno 2012

Forza Italia

Sono molto contenta della vittoria dell'Italia sulla Germania.
C'è chi dice che l'Italia è davvero unita solo per questioni calcistiche, mentre per il resto rimane frammentata più che mai. Una questione davvero complicata, forse senza risposta.
Al limite del folklore, la partecipazione di tanti italiani alle vicende della nazionale italiana ha qualcosa di commovente.

E l'idea di un ragazzo molto estroso di colore, di origini ghanesi, adottato da italiani, che parla con accento bresciano, che diventa la bandiera della nazionale italiana continua a divertirmi molto.

Speriamo di concludere in gloria domenica.

giovedì 28 giugno 2012

Una manciata di ore

mi separa dal momento in cui Evelina non sarà più mia collega.
Domani il suo contratto finirà, e, come la zucca di Cenerentola, svanirà con l'ultima timbratura di badge.

Lo so da qualche tempo, ma l'idea, che ho cercato di tenere lontana con tutte le forze dalla mia mente, e il dispiacere, che ho cercato di neutralizzare con la consueta apparente freddezza, si sono concretizzati ieri nell'"ultimo pranzo" e oggi nei saluti di rito.

Un velo di tristezza mi avvolge, quella delle cose che finiscono, che cambiano improvvisamente direzione, che perdi senza pensarci. Tanta è l'abitudine a poter vedere una persona quando si vuole, che non la si vede mai come si vorrebbe, non le si rivolgono le attenzioni che si dovrebbero avere, non si parla con lei abbastanza.

Soltanto quando la "mezzanotte" si avvicina ci si rende conto che non si è fatto abbastanza e si cerca di recuperare, affannosamente, talvolta, in maniera disordinata.

Qui voglio soltanto augurare a lei che quello che oggi può sembrare solo una fine indesiderata, sia in realtà un nuovo, inatteso, inizio.

Generazione usa e getta

Nelle notti d'estate il silenzio non esiste. Dalle finestre aperte filtrano rumori a intermittenza, i sospiri della natura mai addormentata, che scivolano audaci nella notte.
Il sospiro delle fronde, il frinire degli insetti, il respiro segreto dei gatti nell'ombra mi avvolgono, mentre con fatica tento di annullarmi nel sonno della notte.

Vorrei che qualcuno mi dicesse che tutto finirà bene, vorrei che qualcuno mi rassicurasse sul fatto che questo tempo incerto e stagnante che viviamo è solo una maledetta fase, e che il nostro posto nel mondo e nella nostra vita in realtà c'è, ed è dietro l'angolo, basta solo sperare.
Vorrei che qualcuno mi consolasse dal mio dolore di generazione sprecata, la cui grande fatica e impegno è stata annullata dall'inettitudine, dal malcostume e dalla mediocrità di quelli che hanno deciso per noi.

Troppo giovani per poter comandare, confinati all'angolo da tante cariatidi in malafede, e ormai troppo vecchi per essere considerati giovani promesse, il nostro destino sarà simile a quello di tanti oggetti contemporanei, ovvero di essere semplicemente buttati via perchè non più "ben funzionanti"?

Per ora solo dubbi funestano le mie notti, pericolosamente vicini a diventare certezza, e nessun conforto all'orizzonte.

mercoledì 27 giugno 2012

Riso rosso con zucchine

Una ricettina veloce e facile per un pranzo vegano.

Ingredienti:

Riso rosso
due zucchine fresche
uno spicchio di aglio
olio extravergine
prezzemolo
sale

Tagliate a cubetti le zucchine e fatele saltare in padella con olio e aglio. Salatele.
Quando saranno quasi cotte del tutto aggiungete il riso rosso fatto bollire in acqua salata (tenete conto del fatto che ci vogliono almeno una quarantina di minuti, è uan varietà di riso integrale).

Mescolate il riso alle zucchine e da ultimo aggiungete il prezzemolo, non troppo, perchè è amaro e non fatelo cuocere eccessivamente.

Intanto avrete riempito la cucina di un fantastico profumo di pane cotto. Il riso rosso, come quello nero, cuocendo emette un delizioso profumo.

Buon appetito.

Mostra anni '70



Anni '70, lontani e per certi versi incomprensibili

Pur essendo tecnicamente figlia degli anni '70, di questo decennio non ricordo assolutamente nulla.
Intellettualmente la mia coscienza si è risvegliata negli anni '90, verso la fine, perfino il decennio precedente è trascorso scivolando inconsapevolmente sulle mie giornate di bambina.

La mia curiosità intorno agli anni '70 è cresciuta dopo la lettura del bel libro di Benedetta Tobagi, alimentata da un sacco di documentari trasmessi su Rai Storia.

Desideravo vedere la mostra a Palazzo Reale per avere qualche percezione diretta su un'epoca di cui ho ricevuto impressioni di tipo familiare e mediatico.

In questo spazio espositivo grande, mi sono un po' persa e un po' annoiata e un po' divertita.
Non voglio descrivervi le opere, non me ne vogliano tanti intellettuali, ma quello che ho visto mi ha richiamato anni che devono essere stati eccezionalmente verbosi, retorici, avvitati su se stessi.
La letteratura per le donne (per liberarle, credo), quella grafica così datata, tutti quegli slogan urlati, mi hanno dato l'impressione di un tempo in cui lo spirito critico e la ragione hanno abdicato di fronte all'assolutismo del dogma.

In complesso, stimolante l'opera di Emilio Sgrò, un nonsense acuto e di Tadini, grandi tele vivide.

La cosa che più mi ha colpito è stata però l'opera di Baj dedicata alla morte dell'anarchico Pinelli che ha trovato la sua collocazione ideale nella sala delle Cariatidi a Palazzo Reale (dove doveva essere esposta già nel 1972).
Il grande spazio accoglie nell'ombra e con il riflesso degli specchi la rappresentazione di un o degli episodi più controversi della storia italiana, la morte, avvenuta in circostanze misteriose, di Pinelli, il 15 dicembre 1969.

Chi conosce la vicenda e vede l'opera, non potrà non apprezzare il realismo della rappresentazione del dolore della moglie e delle due figlie, priva di retorica, immediata e genuina.


martedì 26 giugno 2012

Gita in Germania

Per tutti coloro che ogni tanto hanno la tentazione irresistibile di compiacere a ogni costo il proprio capo.


Dietro la mia schiena campeggia una foto di Angela Merkel, appiccicata alla porta dell'armadio alle mie spalle. Sulla scrivania un foglio con scritto Froinlain (così proprio) Pia Mighlio Kassierinen zu banchen.

Lo scopo: allenare il mio collega Danilo, in partenza in missione segreta per la Germania, con una pantomima di prova.
Proprio così: Germania.
L'Europa trema sotto i colpi della crisi? Quale l'unico Stato solido?
La Germania, appunto.
E se un'associazione di consumatori, prima, ti aiutava a rivalerti sull'assicurazione che non paga o sulla banca che ti frega, oggi ti accompagna in Germania ad aprire un conto corrente.

Come fare?

Accantonata l'idea di passare la frontiera con la Svizzera attraverso un sentiero di montagna con una borsa piena di soldi (che lui per altro non ha, pagando 920 euro al mese di affitto a Milano), si punta sulla Germania.

Il nostro eroe oggi durante la solenne riunione del martedì si è visto recapitare una telecamera "invisibile" (5x5, alla faccia del'invisibile) che il mio capo ha provato ad attaccargli all'orecchio a mo' di orecchino (vanno quelli grandi in questo periodo, si sa).

Con un volo low cost dovrebbe, in giornata, andare in Germania, fiondarsi in alcune filiali di banche tedesche, cercare di aprire un conto corrente con 100 euro, filmare il tutto con la telecamera nascosta non facendosi beccare, tornare in Italia e mettere tutti i filmati sul nostro Facebook, che conta 7 fans tra cui due le più attive sono due galline ornamentali.

Piccolo particolare: non sa una parola di tedesco.
Quindi, posto che il nostro eroe, con la telecamera "invisibile" che ha tutta l'aria di essere un prodotto Dmail, riesca a non farsi beccare e a trovare una serie di impiegati tedeschi fluent in english (probabilità? le stimiamo?), avremo un fantastico video in inglese sul Facebook aziendale.

E se lo "beccano" in flagranza di ripresa?
Eh, allora, il mio capo promette un avvocato della consulenza a sostegno del nostro agente segreto a Lubecca. A patto che riesca a contrabbandare il filmato.
Niente filmato... niente avvocato!

Sperando, per lui, che l'Italia non batta la Germania giovedì.
In tal caso non riuscirebbe nemmeno a varcarla la porta della filiale di zu banken a Lubecca....

Il tutto per... una gran pacca sulla spalla e il rimborso di un paio di wurstel per pranzo, off course!

lunedì 25 giugno 2012


Risotto con zucchine e i loro fiori

Della serie: oggi sulla mia tavola.
Qui di seguito la ricetta, che, vi dico subito, non è dietetica.

Ingredienti (per due e mezzo):

Riso per risotto (Arborio, Roma o Carnaroli)
Brodo vegetale
Burro e olio (pochissimo, solo per non fare bruciare il burro)
Mezza cipolla
Due zucchine piccole
Fiori di zucchina, almeno 4
Pancetta affumicata
Sale

Ho fatto un soffritto con il burro, l'olio e la cipolla tagliata fine, salata subito (altrimenti mi dimentico di aggiungerlo, è certo).
Quando il burro è diventato schiumante ho fatto soffriggere la pancetta.

A questo punto ho aggiunto le zucchine tagliate a cubetti e i fiori lavati, privati dei pistilli e asciugati bene.

A cottura delle verdure quasi ultimata ho aggiunto il riso, facendolo tostare bene e obbligandolo ad insaporirsi.

A procedimento completato ho cominciato ad aggiungere il brodo bollente, mestolo per mestolo, uno alla volta onde evitare di fare il "risotto in brodo" che esce a chi pretende di metterci tutto il brodo in una volta e di non tenerlo d'occhio.

L'assorbimento del liquido dipende infatti dalla qualità del riso, il Carnaroli, per esempio, beve molto, l'arborio meno e cuoce anche in meno tempo.

Dopo 7 mestoli di brodo e circa 22/23 minuti di mescola quasi continua, il risotto è finito sulla mia tavola, fumante e molto delicato nel suo sapore.

Potete aggiungere Parmigiano, se vi piace.



Il lavoro infaticabile del bombo

Quello che era un piccolo cespuglio di lavanda piantato quasi per scherzo ai bordi del mio giardino si è trasformato in una grande macchia lilla e profumata ai margini del prato.

Esposta in pieno sole, è un gioioso richiamo alla Provenza, da cui, ahimé, sono lontana mille miglia.

La grande lavanda dal profumo frizzante richiama insoliti visitatori, alacri raccoglitori di miele a frotte. Instancabilmente, ogni giorno, finché c'è sole, la lavanda è ricoperta letteralmente di bombi.

Il loro bzzz è paragonabile solo alla velocità con cui bottinano il polline.
Sono così buffi, così rotondi, con il loro corpicino setoso e lucente, a strisce nere e gialle, così perfetti nella loro forma da riuscire a intenerirmi.

Quando il sole è alto, arrivano anche le farfalle, eteree si posano anch'esse sulla lavanda.
Ce n'è una piccola, di un arancione intenso, a macchie nere, che ha attratto la nostra attenzione, così diversa dalla esolite cavolaie bianche.

Ogni giorno la cerco, tra gli affaccendati bombi, nella speranza di ritrovarla e... oggi pomeriggio ce n'erano due, se non identiche, almeno simili.

Quale sarà mai quella autentica?


Il progetto

Il mio progetto è semplice.
Questo piccolo spazio mi serve per recuperare le cose che mi scorrono davanti senza che riesca più a fissarle, per riflettere, per ricordare e poi condividerle con i miei amici, a cui non riesco a dedicare il tempo e le attenzioni che vorrei.

Finchè ho studiato, la sensazione di continuo avanzamento, di costante miglioramento e di arricchimento non mi ha abbandonato mai.

Da quando ho iniziato a lavorare questa tendenza si è invertita.
Da tempo faccio i conti con quanto, a prezzo di un stipendio modesto, il lavoro mi ha tolto.
Oltre a una grossa fetta di libertà, il lavoro mi ha reso più arida, tanto da rendermi sempre più incapace di pensare, argomentare e riflettere su qualcosa che non sia concreto.

Eppure confido nel fatto che tutta la ricchezza interiore che non posso esprimere nella vita quotidiana non sia andata irrimediabilmente perduta.

Per fare questo ho deciso di dare il via al progetto "salvezza" ovvero di dare nuova linfa alle mie cellule cerebrali non ancora distrutte dalla banalità del quotidiano.

Il progetto comprende, ogni mese, un nuovo libro, un film o uno spettacolo, un'esperienza, un piatto, un viaggio; insomma una cosa nuova, da raccontare in questo diario.

Buona lettura.