L'acqua spumeggiante dell'idromassaggio mi accarezza lieve, nascondendomi alla vista il resto del mio corpo, avvolto dal getto dell'acqua termale, opaca per la salsedine.
Sono immersa da un po' di tempo in questo caldo abbraccio fluido, mentre, oltre le vetrate, splende una bellissima giornata primaverile.
Ci sono ancora poche persone nello stabilimento termale, in questo sabato splendente dell'Oltrepo' pavese, e una discreta calma regna nella stanza.
Le mie mani appaiono e scompaiono sotto l'acqua. Le osservo assorta, e intanto penso alla sorpresa di essermi trovata così trascurata, ore prima, mentre mi cambiavo nello spogliatoio.
Non ho trovato tempo per Sara, la mia estetista, da settimane.
E non solo per lei non ho trovato tempo.
Non ho trovato tempo per leggere, per scrivere, anche qui, per vedere un film, per fare una telefonata, per vedere persone, per fare commissioni. E nemmeno per dormire abbastanza.
Perché ho lavorato, lavorato, lavorato e lavorato. Sono affogata nel lavoro. Ne ho talmente tanto da sognarlo anche di notte.
Riscontro e apprezzamento, zero.
Anzi.
Mi sento travolta dalle cose brutte, dalla fretta e dall'approssimazione.
Non mi basta solo una vacanza, mi ci vuole una fuga.
Ho bisogno, in questo momento, di cose belle, buone e tranquille.
Ho bisogno di serenità.
In una parola, ho bisogno di cose che mi facciano stare bene.
Di cose semplici con persone che mi apprezzano.
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