Esattamente come gli altri.
In essi riconosciamo virtù, vizi, debolezze, incertezze, errori e certezze.
In essi cerchiamo un riferimento al momento del bisogno.
In essi speriamo quando il gorgo dell'esistenza ci rende impossibile anche profferire parola, certi di una comprensione che non necessita di parole.
In essi cerchiamo un esempio continuo e luminoso, un punto di riferimento, tutte le risposte sulla vita quando essa ci confonde, ci disperde, ci flagella.
A essi attribuiamo un'imperscrutabile superiorità solo perché sono i nostri genitori, a essi, all'idea di essi, tendiamo senza sosta e senza pace.
Ma sono essi umani, talvolta erranti, talvolta ciechi ed egoisti, talvolta persi in loro stessi, nella loro mente, nelle loro difficoltà.
Come per noi sono spesso un'idea di genitori, altrettanto noi siamo un'idea di figli.
Nella migliore delle ipotesi sperano per noi il meglio, ma nei binari di ciò che conoscono.
E non accettano che li lasciamo soli, travolti dalle loro incertezze.
A volte, spesso, penso che diventare adulti sia fare da guida ai nostri genitori.
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