giovedì 28 febbraio 2013

Dovere, volere

Il dovere è davvero un concetto assoluto oppure può essere relativizzato?
E ancora, il dovere è un concetto morale che attiene all'etica personale oppure può essere sistemizzato e universalizzato?

No, stamattina non ho messo le dita nella presa, ma, semplicemente, mi ponevo un dubbio: quello che io devo fare lo devo fare per "ragioni superiori" oppure talvolta sono io che me lo impongo.
Dove iniziano i miei doveri e dove le mie paranoie?

E ancora, so che in questo periodo mi sto assumendo troppi impegni, troppe incombenze, troppi extra. Sono stanca, e più lo sono e meno riesco a dormire. Mi sveglio (come oggi) poco dopo le 5, non riesco a dormire, poi ho continuamente mal di stomaco e le occhiaie che toccano terra.

C'è qualcosa che non va.
Se penso a ogni singolo impegno, ovviamente è improrogabile. L'occasione unica e irripetibile.
Ma se penso all'insieme.... è un po' troppo.
Uscire alle 6 e mezza del mattino e rientrare alle 20 e 30 è un po' troppo, soprattutto se è una cosa reiterata nel tempo.

In sintesi, non sarà che ho difficoltà a dire di no?
Insomma, io che cosa davvero devo fare, cosa mi sento in dovere di fare e cosa voglio fare?

Se penso ai giorni passati, mi chiedo quanto sia saggio imporsi comportamenti formalmente corretti e impeccabili (per chi poi?).
Mi chiedo come possa pensare di continuare ad adeguarmi a una consuetudine che non è più la mia. Volgo lo sguardo indietro e mi sento lontana mille miglia, dopo aver passato una giornata imbustata in un abito di plastica a far la sauna nei miei buoni comportamenti.

Quanto della mia vita devo sprecare a compiacere gente volgare, o stupida, o tutt'e due le cose insieme, a ricercarmi obblighi tutt'altro che scontati.

Mi serve, credo, tornare a desiderare qualcosa.
Io cosa voglio fare? Dove voglio andare? Con chi voglio stare?

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