martedì 26 agosto 2014

Con le mani nella marmellata

Arriva fresco e bello, più rotondo che mai. Il nostro Ciccio nazionale entra in azienda dopo le 14, naturalmente impegnato a blaterare al cellulare e senza aver dato alcuna notizia di sé.
 
Non un messaggio, non una mail.
Scomparso.
 
Entra dal retro camminando a gambe larghe e, fatti tre metri, si trova quasi faccia a faccia con la sottoscritta, impegnata a sorbire un caffè disgustoso alla macchinetta del pian terreno dopo il pranzo.
 
Sgrana gli occhi, inorridendo, ma senza smettere di parlare.
In pochi secondi diventa rosso come un peperone e mima il gesto del "cosa ci fai qui".
 
E poi scompare, lui e il suo telefono.
 
Ricompare dopo una ventina di minuti, dopo essersi imboscato nel suo ufficio per riaversi dalla sorpresa.
 
- Eh, ma si ricomincia già? Ma ci siete tutti, no perché io ero convinto che tornaste settimana prossima. No, per carità, sono contento di vedervi, ma... Mi ero pianificato una settimana di ferie la prossima. C'è già produzione? -
 
Con uno sguardo di morte bofonchia: - Eh, ma allora la settimana di ferie... No perché sono due notti che non dormo, e poi ho passato delle brutte ferie, non ho staccato mai, ho fatto da colf ai miei figli e a mia madre...-
 
Intanto noi lo contempliamo in silenzio.
 
Te lo dico io mascherina: tu pensavi di venire pro-forma questa settimana un paio di ore a fare un tubo e poi di darti alla macchia del tutto la settimana dopo, e chi si è visto si è visto.
 
E noi (e manco tutti) qui a sgobbare.
 
Dopo diverse scuse torna a rinchiudersi nei suoi appartamenti, mentre noi affoghiamo nelle cartacce.
 
Dietro a lui l'ultima scusa: - Eh, mia mamma non sta bene...-.
Quella povera donna che tira sempre in ballo e soffre tutto e si rompe ogni due per tre.
 
A Lourdes in ferie la devi portare, non al lago!

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