lunedì 30 settembre 2013

Lingua biforcuta

Tanto, tanto tempo fa, ho cominciato ad "addomesticare" la mia terribile linguaccia a favore di una persona/personaggio diplomatico, equilibrato, gentile ed educato, molto a modo.
 
Ho lavorato molto su questo punto, con evidente successo.
Forse troppo, perchè mi sono resa conto di dare spesso un'idea diversa dalla realtà.
A chi non mi conosce bene. Ovvero quasi tutto il resto del mondo con pochissime eccezioni.
 
Venerdì m'è scappata la lingua.
 
Già ambivo a prendermi il mio treno e poi a recarmi al supermercato, risparmiando così quella mezza giornata del sabato. Sulla scala mobile vengo "placccata" dall'assicuratore, che mi deve dare la quietanza di pagamento della polizza sulla casa. Per farla breve, mi fa perdere il treno per attendere la di lui moglie. Non capisco tutte queste cerimonie per firmare due fogli. Cerco, con la solita estrema educazione, di spingerlo a cacciare i due fogli, ma la minaccia mi convince a fermarmi :- Se hai fretta passo io domani pomeriggio a casa tua.-. Ahhh, orrore! Devo fare i mestieri....
 
Attendo sul binario facendomi affumicare e aspettando la sospettosa moglie (lo sarei anch'io, mi ha fatto atrocemente il filo per un sacco di tempo). Quando lei scopre che sono una cliente si tranquillizza. Come sempre mi sento in dovere di fare conversazione e quindi parlo, intrattengo, interagisco.
Io vorrei soltanto, al venerdì pomeriggio, farmi i fatti miei.
E le vacanze e qui e là....
E che palle, Santo Cielo.
 
Finchè, per la mia gioia suprema, non ci blocchiamo per strada.
Passaggio a livello guasto e mezz'ora di ritardo. Spesa addio, e mi trovo con i miei interessantissimi compagni di viaggio che, cogliendo la palla al balzo, cercano di rifilarmi, con somma grazia, un tizio.

- Ma tu sei impegnata?- mi chiedono a bruciapelo.
E altrettanto a bruciapelo rispondo: - Certo.-.

Dev'essere stata la mia espressione di supremo allarme e prevenzione fatta persona a far continuare imperterrito il suddetto.
 
- Ah, conosco proprio la persona giusta per te. Conoscendo il tuo carattere è proprio perfetto. A te che sei così precisa (sottolineato venti volte) andrebbe bene un collega di Grazia.-.
 
Modo fantastico per presentare questo soggetto.
Ma continuiamo, e ricordiamoci che si tratta di un venditore, particolare che può meglio far apprezzare la delicatezza nel proporre la "preda".
 
- Guarda è napoletano verace, separato - ma senza figli, eh...- (lì la mia faccia dev'essere stata una maschera di terrore) vive a Mortara.

Cerco in tutti i modi di deviare il discorso, di spostarlo, di involverlo, di depistare il nostro cupido d'assalto, ma non c'è nulla da fare.

Mi attacco al: - Come mai a Mortara.-.
E salta fuori che il soggetto, in fase di separazione, si è trovato in difficoltà e quindi ha accettato la proposta di ospitalità di un collega, un altro, di Mortara appunto, che si è offerto di ospitarlo.
E quest'ultimo, udite udite, si lamenta perché è disordinato! Con gli altri, ovvio.

Eh già, siamo arrivati al momento clou, quello del motivo della separazione.
Uno dei motivi della separazione pare essere stato il fatto che la tizia in questione non fosse una casalinga abbastanza zelante, mentre lui è così preciso, così ordinato, così fiscale....

A questo punto mi sono suonate nel cervello le trombe del giudizio universale: luminoso come la scia della cometa mi è sorto alla mente il ricordo della mia amica Tatiana, e di un fidanzato della di lei madre, tanti anni fa. Lei era terrorizzata da questo tizio alto e antipatico che, per prima cosa, entrato in casa, passava il dito sullo scaffale più alto per vedere se aveva spolverato bene.

Io, giuro, non rispondo di me.

E così, offesa e mortificata, non mi sono più trattenuta e gli ho detto:- Ecco, un suggerimento, digli però di non dirla mai una cosa del genere perché non è affatto un bel biglietto da visita.-.

Potevo evitare, ma non sono più stata capace.

Quello che davvero mi ha offeso è quel supporre di conoscere qualcuno. Precisina? Ossessiva? Ma chi sei per dirlo.... Il fatto che mi ricordi quando mi scadono bolli, assicurazioni, documenti, eccetera, che mi urtino cose tipo schiacciare a caso i tubetti, aprire una cosa quando ce n'è un'altra cominciata e via dicendo, non significa che sia, per esempio, maniaca dell'ordine.
Semplicemente, sono grande e non sciroccata. E se lavori con i numeri non te lo puoi permettere!

Io sono stanca di gente che esprime giudizi su di me avendo un'impressione di me, e non una conoscenza. L'idea che do... Ma io non sono un'idea, sono una persona con una lunga storia alle spalle. E poi, che idea penosa, penosa, penosa sul serio quella di piazzare le persone come le polizze.
Tu che ne sai delle mie esigenze, dei mie desideri.
Io non sono brava, non sono ordinata, non sono pacifica, non sono simpatica.
Spesso faccio finta.
Per sopravvivere alla banalità del quotidiano.
Al cretino di turno, al perfido di turno, perché mi fa comodo passare per scema e per poco brillante, piuttosto che per quella iena che in realtà sono. Perché mi è più semplice far credere che io non entro in competizione.

Ma non è così.

Dulcis in fundo, mi fa:- Dai vediamoci domani pomeriggio, ah, no, lui non può, perché domani alle 6 gioca il Napoli...Eh sai il calcio....

Ma va ciapà di rat.
Ecco.
 
 
 
 

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