La sera prima dello scatto ufficiale in camera mia si è consumato un dramma.
L'idea, per le richiesta fatte, era quella di un capo chiaro e uno scuro, ovvero camicia e giacca.
Ebbene, la mia idea iniziale, giacca grigia pantalone nero si è scontrata con la consunzione dei pantaloni, che fanno pallini sul fianco.
La camicia bianca, la solita, si scopre consumata al fondo, impossibile mettere il taileur della laurea, che necessita i tacchi, impossibile mettere il vestito, dato che non ho stivali. Ripiago su un vecchio tailleur grigio, tanto pesante da farmi fare la sauna e con dei pantaloni così larghi che mi aspetto che l'elefante, prima o poi, esca dalla zampa sul serio, forte del fatto che la foto sarà a mezzobusto (e ci sbagliavamo).
Così largo che ho dovuto tener su il tutto con una cintura, che ho scoperto essere tutta mangiata, che mi ha fatta sentire infagottata tutto il giorno.
Scopro poi che... Non ho scarpe. Un abbinamento molto rock, ma mi sono trovata in anfibi e tailleur grigio fumo, un accostamento che ha stupito anche la fotografa.
Tra camicie lise, scarpe mancanti, cappotto pulcioso, pantaloni che cascano e giacche enormi, ho capito che il mio guardaroba rispecchia solo le mie esigenze quotidiane, nessun incontro o occasione, alcuni kg in meno che rendono bad fitted le cose vecchie e un mio attuale disinteresse.
Mi sono fatta una lista di cose che devo avere.
Non elegantissime, ma almeno decenti.
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